La ferrovia più bella del mondo prende vita verso la fine dell'ottocento per soddisfare inizialmente esigenze di carattere militare per poi entrare gradualmente a far parte integrante dello sviluppo sociale ed economico dell'Eritrea.
L'incredibile bellezza e varietà dei paesaggi che attraverserà e le caratteristiche di audacia ingegneristica le varranno immediati ed entusiastici apprezzamenti degli specialisti di tutto il mondo, ma anche calorosi consensi da parte di tutti coloro che poterono beneficiare dei vantaggi di un tale prodigio tecnologico.
Naturalmente la speciale natura del tracciato e le caratteristiche ambientali estreme consentivano ai treni solo velocità ridotte e a questo proposito erano fiorite molte storielle riguardanti le svariate cose che si potevano fare scendendo e salendo a piacimento dal treno in corsa senza tema di perderlo, ma la verità è che in un paese senza strade e abituato a spostamenti che se anche di pochi chilometri comportavano tempi di percorrenza lunghissimi, la ferrovia rappresentò un enorme progresso e soprattutto motivo di grande orgoglio.
Il progetto originale prevedeva la realizzazione a scopo esclusivamente militare della tratta Massaua-Saati che fu affidata all'ingegnere Emilio Olivieri nell'agosto del 1887 e ultimata nel marzo del 1888.
Nell'aprile del 1888, finiti i lavori, l'ingegnere Olivieri pubblicò una relazione intitolata semplicemente "La Ferrovia Massaua-Saati" che in maniera sintetica doveva rappresentare un rapporto sui lavori eseguiti.
In realtà più che un freddo documento tecnico, quella relazione, si è rivelata uno splendido ed emozionante racconto in prima persona attraverso il quale ora ci è possibile conoscere molti particolari di geografia, etnografia e storia che altrimenti sarebbero andati dimenticati o addirittura sarebbero rimasti sconosciuti.
Quelle vicende, che poi saranno consegnate alla storia come il germe della fondazione della colonia primigenia, ebbero un notevole impulso e ben presto le esigenze logistiche e militari cambiarono coinvolgendo la ferrovia che assunse via via caratteristiche diverse che ne aumentarono il tracciato fino a farle compiere quel balzo finale che dal livello del mare di Massaua la condurrà alla fine del 1911, ai quasi 2500 metri di altitudine di Asmara.
Una delle prime pubblicazioni che danno una descrizione dettagliata di questi sviluppi della ferrovia, considerandone anche l'aspetto tecnico ed economico, è stata scritta da Giulio Pasquali e pubblicata nel 1912 a Roma con il titolo: "La Ferrovia coloniale Massaua-Asmara" a cura della casa editrice "La Rassegna".
L’uno dicembre 1923 venne aperta la tratta Asmara-Cheren e in seguito in varie fasi successive si arrivò alla realizzazione della linea fino alla stazione di Agordat inaugurata il 17 febbraio 1928.
Il progetto originale prevedeva il completamento della ferrovia che attraverso Biscia e Tessenei si sarebbe inoltrata fino alla località di Om Agèr, ma in realtà a causa della guerra del 1935 con l’Etiopia i lavori furono interrotti definitivamente e i binari non superarono mai Biscia nonostante la linea fosse stata tracciata interamente e tutte le opere d’arte come ponti e terrapieni completati.
Da quel momento la ferrovia eritrea seguì le alterne vicende di un paese che vide dopo la sconfitta degli italiani ad opera degli inglesi, che rimarranno in Eritrea ancora per dieci anni, il succedersi di eventi tragici caratterizzati dalla dominazione etiopica di Haile Sellasie e successivamente di Menghistu Haile Mariam.